In questo capitolo vengono presentati i monumenti funerari. Del 1905 è l’edicola Giudici al Cimitero Monumentale di Milano.
L’architetto Mezzanotte chiama i Rigola per la modellazione di tutti i bronzi in perfetto gusto Liberty: “[l’edicola]… non presenta elementi architettonici di rilievo e trova la sua caratterizzazione liberty grazie ai bronzi floreali dei Rigola” così scrive Michele Petrantoni in Il Monumentale di Milano:il primo cimitero della libertà, 1866-1992.Significativa è la tomba Boito sempre al Monumentale di Milano; opera di Pogliaghi ma con i due pannelli laterali modellati dai Rigola come si evince da una lettera di Camillo Boito in cui scrive “Prima di tutto ringrazio di tutto cuore Lei [ Pogliaghi] e la prego di ringraziare per me il Sig. Carlo Rigola. Il piccolo bassorilievo è delizioso. Non solo interpreta giustamente la forma del dipinto, ma ne serba il carattere e il sentimento. Le riproduzioni in bronzo piacevano assai.”
Del 1910 sono i Grifoni sui piloni di ingresso del cimitero di Seregno. Del 1928 il bronzo dedicato al Professor Giuseppe Colombo. Da ricordare l’intensa figura del Cristo degli anni ‘30; una figura rassegnata al suo destino nell’attimo prima della sentenza. Del 1930 un monumento bronzeo con una grande Angelo dalle fattezze femminili che sorregge una lucerna. 1933 altorilievo con un Cristo sorretto sulla croce da due putti; sul fronte del monumento due putti alati che sostengono un intreccio floreale. La Deposizione del 1923 è un monumento costituito dalla deposizione con la Madonna che sorregge il capo di Cristo deposto e da una giovane donna addolorata seduta sui gradini della tomba quasi a chiedere il perché del distacco terreno. La Deposizione del 1923 è un monumento costituito dalla deposizione con la Madonna che sorregge il capo di Cristo deposto e da una giovane donna addolorata seduta sui gradini della tomba quasi a chiedere il perché del distacco terreno.
La Giovane addolorata è del 1948. Questo bronzo fa parte di un monumento funebre in un cimitero del Canton Ticino. La committente si era rivolta ad una fonderia per poter realizzare un monumento a memoria del caro defunto. Data la particolare richiesta, la fonderia indirizzò la committente ai Rigola, o più precisamente a Carlo Rigola. Siamo infatti nel 1948. Luigi era morto nel 1942 ed era il fratello Carlo a continuare l’attività di scultore. Questa statua è una delle ultime opere, al momento conosciute e datate dei “gemelli Rigola” ( di questo stesso anno sono i gessi degli Angeli porta candelabri della Prepositurale di Lissone). Al termine della fusione, alla presenza della committente il gesso venne distrutto. Abbiamo quindi un “pezzo unico”. La giovane donna, seduta in contemplazione dei visi dei defunti, ha un’espressione rassegnata. Non vi sono segni di dolore, di pianto. Questo senso di rassegnazione al destino è sottolineata dalle mani abbandonate sulle ginocchia, ma mani intrecciate con il Santo Rosario, che è atto di fede e di speranza. Più che sul viso ci si dovrebbe soffermare sulle mani. Il paragone va al monumento funebre in un cimitero sulle sponde del lago di Como: qui la figura del Cristo ha lo stesso volto rassegnato, ancor più composto, e questo stato è sottolineato dalla posizione delle braccia abbandonate sulle ginocchia. L’opera non riporta la classica firma dei gemelli Rigola, quasi a ricordare l’avvenuta separazione tra gli scultori.
Interessanti sono anche le fusioni con una Giovane Madre: è un viso a tutto tondo modellato per un monumento funebre ora smantellato. Una giovane donna, da poco mamma, ritratta nello splendore della giovinezza. La committenza è di una famiglia canturina proprietaria di una fonderia che ben conosce il lavoro degli scultori Rigola. A loro si affida per un’opera che non trasmetta la tristezza del distacco: il viso è sereno, i capelli raccolti e annodati con un bel fiocco; nulla che ci ricordi lo scopo per cui è stata creata.
Altro tutto tondo è dedicato a Don Luigi Oltolina nato a Cerro Maggiore il 16 gennaio 1867 di cui fu Parroco per 25 anni, nel 1918 successe nell’incarico di Prevosto Vicario Foraneo a Don Luigi Bono, nella Prepositurale di Cantù.L’intensa attività sacerdotale è ben documentata nel Chronicon della Chiesa di San Paolo. Oltre all’attività di catechesi presso il Collegio Arcivescovile De Amicia e nella Pieve Canturina, possiamo ricordare interventi per la realizzazione di un altro monumento ai Caduti realizzato nel Santuario della Madonna dei Miracoli ed i solenni festeggiamenti per l’incoronazione della “Madonna Bella” nel medesimo Santuario, e nel settembre 1928 la realizzazione di un baldacchino in pizzo di Cantù per la stessa ricorrenza. Nella chiesa di San Paolo tutti possono pregare presso la grotta che ricorda Lourdes, voluta da Don Oltolina nel 1918 per devozione alla Madonna e per implorare dalla Immacolata Madre speciale protezione sulla gioventù della Parrocchia. Muore a Cerro Maggiore il 5 aprile 1932 ed il giorno 8 la salma viene trasportata a Cantù e “ pienamente visitata da folle parrocchiali. Solennissimo il corteo con l’intervento di tutto il clero della Pieve e della Città. Celebrò il Reverendissimo Monsignor Balbiani della Metropolitana”. Documentazione Archivio di San Paolo Cantù.
I Rigola realizzano monumenti unici, o bassorilievi che vengono prodotti in più copie su richiesta questi ultimi con una diffusione più vasta. Monumenti dei Rigola si trovano al Cimitero Monumentale di Milano, a Meda, a Lissone, sul Lago di Como, Vigevano, Genova, nel Canturino ed in Canton Ticino.