Nell'autunno del 1925 il tardivo bando di Concorso per l’erezione in Como di un ricordo monumentale ai caduti in guerra offrì però ai fratelli Rigola l’occasione di un ritorno sul tema, sebbene il contesto all'interno del quale il sacrario andava ideato si sarebbe dimostrato assai più problematico dei precedenti. Il bando comasco richiedeva l’ideazione di un monumento da edificarsi nella centralissima area monumentale del Duomo e, in particolare, che si coordinasse e armonizzasse con la torre campanaria e il palazzo del Broletto.
Insieme a Carlo e Luigi Rigola i giovani architetti Mario Asnago e Claudio Vender progettarono un grandioso monumento il cui linguaggio compositivo, secondo quanto asserito dagli stessi autori, venne direttamente desunto dall’architettura del Duomo. Si trattava di un arco di trionfo sulla cui parete principale, sarebbero stati “scolpiti i nomi dei Caduti”. La parete, delimitata da due poderosi pilastri, presentava alla base altrettanti candelabri di bronzo. La costruzione avrebbe dovuto essere eretta in ogni sua parte con il medesimo marmo utilizzato nella costruzione del Duomo. Quattro leoni, “simbolo della forza e della grandezza della nostra Gente”, - scrissero gli autori – aggettavano dal sacrario, mentre al suo interno avrebbe campeggiato il busto del milite ignoto il cui bozzetto venne modellato dai Rigola in scala al vero.
La soddisfazione per gli esiti del concorso fu tuttavia di breve durata: contravvertendo il giudizio espresso dalla giuria, una generale contrarietà alla sua realizzazione si levò infatti da vasti settori della città. Le critiche riguardavano in particolare le dimensioni e la posizione delicata che avrebbe modificato un’area di notevole rilevanza monumentale. L’amministrazione comunale sembrava propensa a sostenere il giudizio dell’opinione pubblica, tuttavia per sciogliere ogni dubbio sull’attuazione del progetto, nell’ottobre del 1928 fece erigere un’impalcatura simulante l’effettiva dimensione del monumento. La dimensione della struttura, il cui ingombro si inseriva pesantemente nella piazza, l’enorme massa che andava ad interferire con il Broletto e il Duomo, determinarono una generale impressione negativa contribuendo a delineare la parola definitiva sulle sorti, già compromesse, del progetto. Nell’aprile del 1929 l’amministrazione comunale negò definitivamente la concessione dell’area.
Tiziano Casartelli Carlo e Luigi Rigola Scultori Canturini , Comune di Cantù , Comitato Galliano 2007