All’inizio degli anni Venti del Novecento Carlo e Luigi Rigola erano scultori ormai affermati e nel pieno della loro maturità professionale. L’affrancamento da Pogliaghi segnò una nuova stagione per merito della quale i due scultori acquistarono maggior sicurezza nei loro mezzi espressivi e imprenditoriali. Attraverso l’opera della fonderia erano intenzionati non solo a realizzare le fusioni delle loro opere di minori dimensioni, ma anche a dedicarsi alla produzione di accessori per mobili e ornamenti per monumenti funebri, come, infatti, avrebbe specificato la loro denominazione commerciale: Fratelli Rigola e C. Fonderia artistica, decorazione ed ornamentazione mobili e monumenti.
La prodigiosa abilità plastica, la maturità stilistica, nonché la perfetta conoscenza delle diverse tecniche di fusione conseguite in vent’anni di esperienza, li induceva ad avviare un’attività che avrebbe felicemente potuto divenire complementare all’altra, di scultori. Con l’avvio dell’attività di fonditura a Cantù, non solo avrebbero dunque potuto realizzare direttamente le fusioni di tutta quella parte della loro produzione artistica che comprendeva le piccole sculture, i bassorilievi e gli altorilievi, ma anche indirizzare le loro attitudini plastiche verso la produzione di decorazioni per mobili che il mercato canturino, in visibile ripresa dopo il crollo degli anni di guerra, tornava a richiedere con sempre maggior varietà e precisione.
Nel 1921, con i soci Angelo Magni e Giovanni Airoldi, costituirono la ditta “Fratelli Rigola e C.” che per alcuni anni li impegnò nell’ideazione e nella produzione di fregi, mostrine e maniglie per mobili, bocchette per serrature, cornici per specchiere: ornamenti che venivano commercializzati attraverso la fitta rete di ferramenta dell’area briantea. Anche rilievi e statue sepolcrali, fiaccole e ceri votivi sarebbero entrati gradualmente nella produzione corrente della fonderia. Gli apparati decorativi disegnati dai due fratelli rispondevano al gusto eclettico dei mobili prodotti in quegli anni. Una volta stabilita la forma definitiva dell’ornamento, veniva preparato il modello in gesso o in legno, e da questo lo stampo con cui si fondevano i pezzi; le fusioni erano poi ripulite e rifinite a cesello, prima della patinatura definitiva. Allo stadio iniziale, corrispondente alla creazione del modello, seguiva la fase sostanzialmente meccanica della fusione a cui veniva conferito un carattere decisamente industriale. Secondo una pratica di bottega diffusa da secoli, presso la fonderia di Sant’Antonio i fratelli Rigola avviarono un laboratorio di modellazione e cesello, finalizzato alla preparazione professionale di giovani artigiani, alcuni dei quali avrebbero poi collaborato con la fonderia stessa. Era una scuola a tutti gli effetti ove i giovani apprendisti sperimentavano le diverse tecniche di lavorazione dei metalli, dal martellamento delle lamine allo sbalzo, dall’incisione al cesello, appropriandosi dell’uso del disegno e dei numerosi strumenti manuali.
Fu anche per merito di questo genere di iniziative se la produzione canturina del mobile riuscì a raggiungere quell’affinamento qualitativo che l’avrebbe caratterizzata per buona parte del XX secolo. L’esperienza didattica avviata presso la bottega di Sant’Antonio verrà continuata da Carlo nel corso di “modellazione in creta” tenuto presso la Scuola d’Arte di Cantù, ove il direttore, Carlo Arnaboldi, gli conferì l’incarico all’inizio dell’anno accademico 1927-28. Nella fonderia i ruoli dei diversi artefici si suddividevano in parti distinte ma fra loro complementari: da una parte i due fratelli nella veste di artigiani-artisti che ideavano l’oggetto, dall’altra i loro soci che materialmente realizzavano l’opera, riproducendola in numerosi esemplari.
Trovava così compimento, a tutto vantaggio della produzione, la cooperazione fra tradizione artigiana e “formatività” artistica, tra abilità tecnica e creazione individuale. Nonostante questo, la fonderia restò in funzione soltanto alcuni anni: nel 1927, a causa dei crescenti impegni nel campo della modellazione artistica, l’attività dell’officina fu interrotta.
Tiziano Casartelli Carlo e Luigi Rigola Scultori Canturini , Comune di Cantù , Comitato Galliano 2007